puledri ... che crescono


2013

CRACK CARAMEL m. (Cristo x Ryon d'Anzex x Rothschild)

CRIMSON KING Z m. (Cristo x Lara Z da Landaris)

2011

CAYPHAS m.(Cristo x Campione x Landgraf  -  holsteiner Stamm 776)





LORYGINAL f. (Lincolm L x Ryon d'Anzex x Rothschild)



CRISTOBALD Z m. (Cristo x Lara Z da Landaris)




2009 

CAMARILLO m. (Campione x Landgraf x Tumbled XX  -  holsteiner Stamm 776)





PETER PATZ m. (Peter Pan x Faust Z x Joyau d'Or - Altesse linea S.F.)



l'alimentazione per la crescita dei puledri

Una corretta alimentazione svolge un ruolo determinante nella ‘costruzione’ di un puledro durante la fase di accrescimento che si svolge in allevamento, fase della durata di circa 18 mesi per galoppatore e trottatore e di circa un’annata in più per il cavallo da sella.
In questi anni si è potuto osservare un aumento costante delle acquisizioni scientifiche nell’alimentazione del puledro e della professionalità di consulenti e allevatori, tanto che il mercato si è letteralmente riempito di integratori e mangimi destinati a questi soggetti. Basti pensare all’informazione sulle osteocondrosi e sugli effetti di una corretta nutrizione proteica, vitaminica e minerale per la prevenzione di problemi scheletrici per comprendere quanto importante sia stata l’informazione in questa direzione. Convegni, articoli, bollettini informativi, brochure di integratori: è indubbiamente difficile rimanere all’oscuro per un proprietario che abbia a cuore la salute del proprio puledro, addirittura a partire da quando è ancora nel ventre materno!
Oggi è raro incontrare un allevatore che non riconosca l’importanza dell’alimentazione nella prevenzione e soprattutto nel raggiungimento di risultati soddisfacenti in termini di accrescimento. Tuttavia un problema che rimane nell’alimentazione equina, e che molto spesso viene sottovalutato, è che il puledro continua a crescere anche quando, cambiato proprietario e modus vivendi, inizia la fase di allenamento. Qui il mercato è improntato principalmente ai prodotti che possono influenzare l’attività fisica, diretti quindi a migliorare le prestazioni, ridurre l’affaticamento muscolare, neutralizzare il più possibile la produzione di acido lattico, reidratare, ecc.

Camarilla a qualche giorno

A ciascuno la giusta razione
Spesso si tende a fornire al puledro in allenamento una razione simile a quella dei cavalli adulti in lavoro, non tenendo in considerazione che il fabbisogno di accrescimento esiste ancora e deve essere rispettato. Il soggetto che, ad esempio, entra in allenamento a due anni deve necessariamente seguire un programma alimentare che tenga conto non solo dei suoi fabbisogni di lavoro ma anche di quelli di accrescimento. Il primo problema che si incontra quando si parla di puledri in allenamento è la scarsa bibliografia scientifica sull’argomento; Nielsen, della Michigan State University, sostiene l’importanza dell’aggiunta di grassi alla dieta di questi soggetti come fonte energetica, in modo da limitare l’assunzione di cereali e alimenti ricchi di carboidrati in genere. L’autore però considera che una dieta ricca di grassi certamente può essere benefica per soddisfare i fabbisogni di lavoro e di accrescimento, ma rimane aperta la questione se, aumentando l’apporto energetico, occorre aumentare anche gli altri apporti (proteico, minerale, vitaminico): se si fornisce cioè un eccesso energetico senza equilibrare la razione negli altri nutrienti si rischia di ottenere accrescimenti di scarsa qualità.

Non eccedere con le proteine
Per quanto riguarda le proteine, i problemi sembrano soprattutto legati a un apporto eccessivo, in quanto vi potrebbe essere un incremento nella produzione di urine e ammoniaca con induzione di problemi respiratori legati all’umidità della lettiera e all’inalazione di ammoniaca stessa. L’apporto minerale risulta determinante nel puledro in allenamento e in particolare Nielsen descrive l’importanza del calcio, la cui ritenzione aumenta con l’esercizio. Certamente, poiché si tratta di soggetti in accrescimento, grande attenzione dovrà essere posta a tutti gli elementi coinvolti in una corretto sviluppo scheletrico e, in particolare a calcio, fosforo, rame, zinco e manganese i cui apporti devono essere correttamente calibrati. Infine, tra le vitamine, la tiamina sembra particolarmente ‘a rischio’: i puledri in allenamento possono infatti essere soggetti a carenza di questa vitamina con manifestazioni di depressione e mancanza di appetito, e tutte le conseguenze negative che ne possono derivare.
Grande attenzione, quindi, dovrà essere posta all’alimentazione dei puledri in allenamento in quanto ai fabbisogni di lavoro si sovrappongono quelli di accrescimento, tanto importanti ai fini della durata della carriera agonistica dei soggetti. È in questa delicatissima fase di passaggio al lavoro che si può contribuire efficacemente tramite l’adozione di diete equilibrate alla prevenzione di problemi scheletrici e alla ‘durata’ agonistica del soggetto.

il controllo della crescita



La crescita da 3 giorni a 3 anni di Camermoon Diaz

Il puledro deve essere pesato, in genere, una volta al mese; rilevando con l'occasione alcuni altri dati come l'altezza al garrese, la circon ferenza dello stinco e il Body Condition Score (la valu tazione delle condizioni fisiche del soggetto), si raccolgono dei dati oggettivi sulla sua crescita che sono molto importanti. Per fare ciò non si perde gran tempo; sono necessari solo pochi minuti ogni trenta giorni e i vantaggi che se ne possono trarre, sono in compenso notevoli; naturalmente se i dati ottenuti sono poi interpretati correttamente, da un veterinario o da un alimentarista. Per prima cosa dobbiamo ottenere la risposta alla prima, semplice e importante domanda: il puledro è cresciuto sufficientemente questo mese?
Un soggetto, ad esempio, può essere aumentato di 15 kg in un mese. Per sapere se è stata una crescita ottimale. insufficiente o eccessiva, bisogna confrontarla con una crescita teorica che tenga presente della razza, dell'età e del sesso del soggetto.
Dalla mia esperienza pra tica ho raccolto i dati di 168 puledri purosangue nati tra il 1998 e 1999 in diversi allevamenti del centro e nord Italia. Per il momento ho tenuto conto ed analizzato il loro peso post-svezzamento, all'età media di 244 giorni, nella stagione autunnale. Il risultato di questa comparazione mostra un notevole ritardo di crescita, con una grande differenza tra la crescita pratica e quella teorica di 28 chili.
L' interpretazione più logica, che dovrà comunque essere confermata da ulteriori dati, è che questa situazione sia dovuta ad una insufficiente alimentazione delle fattrici durante la lattazione e ad un piano di svezzamento non idoneo. Dato che i soggetti sani crescono in conformità a quello che mangiano, possiamo verificare la loro alimentazione e dedurre se li stiamo alimentando sufficientemente o no. E' stato dimostrato scientificamente che i giovani cavalli che crescono troppo e/o trop po velocemente sono più soggetti alle patologie dello sviluppo scheletrico cioè hanno più frequentemente epifisiti, deviazioni angolari degli arti, osteocondrosi disseccanti, chip a nodelli, garretti e grasselle, e sindromi di Wobbler (altra malattia che incide sullo sviluppo scheletrico e che si mostra con perdita di equilibrio intor no ai 10 -14 mesi del puledro). Ne consegue che se adattiamo la dieta in base agli accrescimenti mensili, tutte queste patologie possono, in parte, essere prevenute, con un notevole risparmio economico e con miglioramento delle prestazioni agonistiche dei prodotti e naturalmente della loro salute in generale.
Anche la mia esperienza personale conferma quanto detto: infatti in un allevamento controllato è stato riscontrato un solo caso d'Osteocondrosi Dissecante clinicamente apparente su 110 puledri monitorati nelle ultime annate di produzione. Questa è una percentuale certamente buona, visto che, come riportano gli studi in materia fino ad un 10 % d'incidenza di questa patologia è da considerarsi fisiologica.
Poter rilevare il peso e definire la curva di crescita dei puledri quando sono ancora sotto la madre è di grandissima utilità per attuare un corretto programma  di creep - feeding. Per creep - feeding si intende un alimento specifico per  i puledri che deve essere somministrato in quantità precisa, evitando poi che la fattrice lo possa mangiare. Il creep - feeding  è costituito da alimenti specifici in pellet, composto da cerali espansi, proteine, vitamine, probiotici, che sono microelementi naturali che migliorano la digeribilità della razione prevenendo patologie come la diarrea - ed è utilissimo per passare senza problemi dall'ahmentazíone liquida (latte materno) a quella solida. Attenzione però alla somministrazione graduale, che varia da soggetto a soggetto, ad esempio considerando quanto latte effettivo assorbe dalla fattrice. Dunque la somministrazione va sempre fatta da un alimentarista. In linea di massima possiamo dire che se ne dà mezzo chilo al terzo mese di vita del puledro, un chilo al quarto mese, un chilo e mezzo al quinto mese e successivamente se ne mescolano due chili al successivo regime alimentare tradizionale, dopo lo svezzamento.
Per fare in modo che la fattrice non mangi la razione riservata al puledro ci sono vali sistemi, ma il più pratico e semplice da usare è la mangiatoia con sbarrette regolabili sulle dimensioni della bocca del puledrino. Questo tipo di mangime, la cui forma migliore è il pellet, somministrato in quantità appropriate ci permetterà di ridurre al minimo lo stress da svezzamento e compensare il calo di produzione di latte della cavalla nella seconda parte della lattazione.
Molto importante, o meglio, indispensabile, riten go che sia il controllo degli accrescimenti settimanali dei puledri orfani nei primi 3 - 4 mesi di vita. Questo per essere sicuri che l'alimentazione con il latte artificiale permetta una crescita ottimale senza incorrere in problemi sanitari come la diarrea eccetera.
Per concludere vorrei accennare ad una ricerca avviata - sempre sul purosangue ma che ha lo stesso valore per il cavallo da sella - con il Centro Studi del Cavallo Sportivo della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Perugia. I ricercatori hanno già dimostrato in altre razze equine che le prestazioni agonistiche dei puledri sono correlate allo Stroke Index (ovvero il rapportotra la gittata cardiaca e i peso corporeo). Questo indice è calcolato mettendo in relazione la gittata cardiaca dei soggetti, misurata con l'ecocardiografo in Litro x minuto, con il loro peso corporeo: più alto risulta quest'indice maggiori sono le potenzialità atletiche del cavallo.
La gittata cardiaca in pratica è la quantità di sangue pompata ad ogni contrazione cardiaca. Questa ricerca nei Purosangue, che durerà alcuni anni, ha lo scopo di dimostrare che lo Stroke Index:
·         Ha una correlazione con le prestazioni agonistiche anche in questa razza;
·         Può essere utilizzato predire le future capacità di corsa all'età di un anno.
·         Varia col variare del tipo e dell'intensità dell'allenamento.
·         Potrebbe avere un che grado d'ereditarietà, paragonandolo a quello dei genitori.